![]() |
||||||||||||||||||||||||||||
INFLUENZA AVIARIA |
||||||||||||||||||||||||||||
Il problema della influenza aviaria ha assunto una dimensione
mediatica che si avvicina a quella raggiunta dal referendum sulla procreazione
medicalmente assistita di qualche mese fa. Che cosa è l’influenza aviaria? L’influenza aviaria è una malattia o più precisamente una infezione causata da un virus , nota da molto tempo che colpisce gli uccelli selvatici e domestici di molte specie (polli,tacchini anatre e oche) e qualche volta si trasmette anche ad altri animali domestici quali il maiale, rarissimamente al cane ed al cavallo e perfino, secondo alcuni, ai delfini ed alle balene. Quale è il virus responsabile? Il virus responsabile appartiene ad una famiglia di virus dal nome molto difficile (Orthomyxoviridae) , che comprende tutti quanti i virus responsabili dell’influenza sia dell’uomo che dei vari animali tra cui gli uccelli. Quindi ci si potrebbe chiedere ma allora come mai si fa un grande trambusto per un banale virus influenzale? Quasi ogni anno ci sono state epidemie di influenza, perché invece di questa ci dobbiamo preoccupare? Cosa c’è di diverso? Rispondere a queste domande non è semplice. Ma cercheremo di farlo nel modo più comprensibile possibile, senza paroloni difficili, ma spiegando il tutto con un semplice raccontino, usando termini, similitudini e paragoni, che sicuramente per la loro semplicità, potrebbero far sorridere gli scienziati, ma che, nel rispetto della scientificità, possano aiutarci ad essere capiti e quindi a dare, in mezzo a tanta confusione, un messaggio chiaro. Allora abbiamo detto che il Responsabile della malattia è il virus della Influenza Aviaria e abbiamo anche visto che appartiene ad una grande ed importante Famiglia. E, come spesso accade nelle importanti e numerose Famiglie, anche in questa dei Virus Influenzali si verificano suddivisioni in numerosi rami collaterali ( si pensi agli alberi genealogici) La prima grande suddivisione della famiglia dei virus influenzali determina tre discendenze e cioè il ramo A , il ramo B ed il ramo C. A noi interessa il ramo A (che è quello che comprende tutti i virus responsabili delle più estese e gravi epidemie di influenza umana). Questo ramo , a sua volta, si suddivide in un folto gruppo di discendenti e collaterali e più precisamente di questi ne troviamo ben 15 con il “cognome” H e 9 con il “cognome” N. Come succede nelle grandi Famiglie si possono avere unioni tra parenti collaterali (non a caso le famiglie importanti hanno infatti come minimo 2 cognomi!) ed anche tutti i virus della influenza per non essere da meno, hanno due cognomi un H ed un N. Il virus aviario porta i seguenti cognomi H5N1. E con quei “ cognomi”, soprattutto con quel 5, il virus aviario non può che frequentare gli uccelli! (Infatti, per capirci, i virus della influenza umana hanno cognomi H 1, H2, raramente H3 e N1, N2 e non vanno oltre.) Bene allora si potrebbe stare tranquilli! Purtroppo non è così. In realtà le cose della vita sono spesso complicate ed ecco che questo signore H5N1 comincia ad essere stufo di frequentare solo uccelli, è ambizioso e vorrebbe entrare in un ambiente di maggiore prestigio, per esempio il Corpo Umano! E per farlo cerca di cambiarsi un po’, magari cominciando a frequentare qualche altro membro della famiglia ( per esempio il virus dell’influenza umana) e cercando di scambiare con questo uno dei suoi due cognomi (o il cognome H o il cognome N) in modo da avere le carte in regola per entrare e sistemarsi bene in un nuovo ambiente, nel nostro caso il corpo umano. Ecco il problema ed il motivo della paura! Se questo benedetto virus riesce a trasformarsi, diventa pericoloso per l’uomo. In realtà qualche piccolo passo lo ha già compiuto, si è in parte trasformato ed infatti nel recente passato alcuni uomini sono già stati infettati. Ma se compisse altri passi ?? Se riuscisse a frequentare con maggiore assiduità il virus umano? E questo lo può fare non necessariamente nell’uomo, ma anche in alcuni animali, per esempio il maiale. Purtroppo più frequenta il virus umano più ha la possibilità di scambiare il “cognome”, e quindi di imitarlo, e più aumenta il pericolo di diffusione nell’uomo. In questo caso la situazione diventa preoccupante! A renderla più critica contribuisce il fatto che l’uomo, non essendo mai venuto a contatto con questo tipo nuovo di virus, non è pronto per affrontarlo e combatterlo. In termini più semplice non avendo mai dovuto produrre anticorpi contro questo virus non ha le armi per difendersi da questo nuovo nemico. In definitiva abbiamo visto che il cammino che deve compiere i virus della aviaria per scatenare una epidemia nell’uomo è lungo e non semplice. Tuttavia non impossibile! E’ quindi giusto che chi ha la responsabilità di tutelare la salute delle persone si attivi. Vediamo come si può procedere. Come ci si infetta o come avviene il contagio? Gli uccelli sono i serbatoi più importanti dei virus che si annidano nel loro intestino e vengono eliminati e quindi sparsi in giro con le secrezioni dell’apparato respiratorio (saliva, muco) con le feci. L’uomo può infettarsi per contatto diretto con animali infetti sia vivi sia anche da quelli morti (purché siano morti da meno di 24 ore), inalando il virus. Quindi il contagio avviene per via aerea. Le feci degli uccelli seccandosi si trasformano in polvere e quindi vengono inalate Non si hanno ancora prove che il virus sia in grado di passare da uomo a uomo. Per correttezza di informazione sembrerebbe che sia successo una sola volta in Vietnam, quando un virus aviario è passato da un fratello ad una sorella, ma nella trasmissione si è attenuato e nella sorella ha dato una malattia molto meno grave di quella del fratello. Stante l’incertezza di avere dati precisi potrebbe darsi il caso che la sorella abbia preso il virus anche lei direttamente dai polli. Non c’è evidenza scientifica, come dicono gli scienziati, di trasmissione attraverso il consumo di carni o uova dopo una accurata cottura. Periodo di incubazione Dal momento del contagio alla comparsa della malattia passa 1 settimana circa. Sintomi Quelli di una influenza normale febbre dolori muscolari, infezione agli occhi, complicazioni polmonari,difficoltà respiratorie che nei casi più gravi possono essere fatali. Cosa fare per difendersi? Evitare il contagio! Facile a dirsi. In realtà una efficace prevenzione
della epidemia è legata, sul piano generale, ad un accurato Controllo Sanitario
e ad una accurata Organizzazione Sanitaria e , sul piano individuale, alla
Educazione Sanitaria e Senso Civico del singolo cittadino.
Il problema è rappresentato dal comportamento e dalla
organizzazione sanitaria di queste categorie di persone. Ecco perché si parla di Controllo sanitario e Organizzazione sanitaria. In questa direzione tutti i governi Europei si stanno attivando. Anche perché il piano organizzativo non è così complesso. L’intervento però non deve essere superficiale ma deve essere molto attento, meticoloso, puntuale. Importante è anche la Educazione
Sanitaria ed il Senso Civico della popolazione, perché dipende
dai singoli operatori la tempestività delle segnalazioni degli animali ammalati
e il rilievo personale di sintomi di malattia. Abbiamo visto come siano importanti gli aspetti organizzativi, vediamo ora sul piano terapeutico e preventivo cosa si può fare. Farmaci antivirali Questi farmaci hanno un’efficacia limitata: possono abbreviare la durata dei sintomi e diminuire la gravità dell’influenza umana, ma fino adesso non sembra che abbiano dato grossi risultati nell’influenza aviaria, anche se tra tutti, quello che ha il nome farmaco-chimico di oseltamivir nelle prove in vitro sembra abbastanza attivo. (Prove in vitro e non direttamente sull’uomo!). Questi farmaci potrebbero essere utili come prevenzione nei soggetti esposti, in mancanza di un’alternativa, soprattutto nella prima fare dell’epidemia, quando ancora non fosse disponibile il vaccino. Vaccino specifico Costituisce la maggior garanzia di protezione. Purtroppo diventa una questione di tempo perché per essere veramente efficace deve essere altamente specifico e quindi potrà essere messo veramente a punto quando, dichiarata la pandemia (epidemia generale),l’OMS distribuirà alla aziende il ceppo virale che l’ha causata e nel giro di pochi mesi sarà pronto il vaccino! Vaccino antinfluenzale. Farlo, non farlo?? La vaccinazione antinfluenzale con il vaccino in uso nella corrente campagna vaccinale non conferisce una protezione specifica verso il ceppo del virus aviario (H5N1), potrebbe essere utile nel caso puramente teorico, data la sua eccezionalità, di una coinfezione, ovvero la contemporanea infezione da virus influenzale umano e virus aviario.. Per quanto riguarda ibambini, i Pediatri contrariamente a quello che facevano negli scorsi anni, non sconsigliano il vaccino antinfluenzale ai bambini. Tutto ciò sulla base di queste considerazioni, per ora non suffragate da nessuna evidenza scientifica (ma sappiamo tutti che la medicina non è una scienza esatta , ma probabilistica) , ma di una sicura valenza etica :
Nel caso si decida di vaccinarli che vaccino usare e come procedere? Usare vaccini costituiti da antigeni di superficie. Iniezione intramuscolare o sottocutanea profonda di 0,25 cc. (1/2 dose) di vaccino e ripetere la stessa dose dopo 4 settimane. Questa procedura deve essere applicata ai bambini di età da 6 a 36 mesi ( a meno alcuni di questi , ovviamente quelli più vecchi non siano stati vaccinati precedentemente, in questo caso si pratica la dose intera). La protezione diventa efficace dopo 4 settimane La vaccinazione deve essere completata entro la fine di
novembre. La popolazione a rischio. I bambini piccoli perché il loro sistema immunitario non è stato ancora sufficientemente stimolato.Gli anziani in quanto essendo aumentata la aspettativa di vita ci troviamo con una società più longeva, ma anche più debole per l’accumulo degli acciacchi tipici dell’età. |
||||||||||||||||||||||||||||
|
||||||||||||||||||||||||||||
Copyright © 2004 - 2025 Children's Advocate |